
I valori spirituali contenuti nel segno dell’abito sono così profondi da meritare tuttora molta considerazione. L’abito riveste il corpo, ma anche lo spirito di un confratello e di una consorella e deve sempre essere usato con sentimenti di umiltà, di concordia, di penitenza del cuore, di sacrificio, di preghiera e nell’anonimato del bene.
L’abito confraternale, quindi, non può essere assunto superficialmente: il Rito della Vestizione, che deve essere celebrato secondo quanto prevede la Liturgia, dà il giusto rilievo al ricco significato dell’abito e ai valori profondi che esprime. In quest’ottica, l’abito indica pubblica manifestazione della propria fede e richiama quindi l’impegno a vivere cristianamente e coerentemente con le promesse fatte.
L’abito è composto da varie parti, ognuna con un proprio significato.
La tunica o il sacco: indossato originariamente dai Confratelli, fu realizzato a camice com’è tuttora, per richiamare la tunica indossata da Gesù nella sua Passione redentrice. Indossando l’abito, i confratelli e le consorelle ricordano che si sono rivestiti di Cristo e gli appartengono, non ci deve dunque più essere mancanza di sintonia tra spirito e vita. L’abito è distintivo di carità e di amore verso i più bisognosi e indica lo spirito di sacrificio con cui i confratelli e le consorelle sono tenuti ad affrontare il dovere della solidarietà, compiendo il proprio servizio nelle molteplici forme di volontariato secondo lo spirito cristiano. L’abito è dunque emblema significativo per la decorosa e pubblica espressione del culto e per il generoso servizio di carità. Esso è uguale per tutti, perché indica che tutti i confratelli (“come-fratelli” ovvero “con-i-fratelli”) e consorelle sono uguali tra loro, sono tutti figli di Dio. L’abito è personale sia in vita che in morte; dev’essere benedetto e consegnato ufficialmente con l’apposito Rito di Vestizione; dev’essere conservato con cura e portato con dignità da ogni confratello e consorella.
La mantellina: di colore azzurro, cioè il colore mariano per eccellenza. È il colore del cielo, prefigura la gloria eterna in cui è già stata assunta la Madonna. La mantellina ha sul lato del cuore un distintivo, detto “stemma”.
Lo stemma: in segno d’impronta sulla mantellina dalla banda del cuore, c’è lo stemma con il monogramma “Ave Maria” ricamato in oro in campo azzurro, sopra di esso una corona imperiale e sotto una mezzaluna calante, in memoria della liberazione di Vienna dai musulmani il 12 settembre 1683.
Il cappuccio: segno di umiltà e di nascondimento. Quando questo è calato sul volto non permette di essere riconosciuti, il che indica l’anonimato delle buone opere. È così stimolata e continuamente richiamata la fedeltà alle esortazioni di Gesù: “Non sappia la tua sinistra quel che fa la tua destra”. Nella simbologia del cappuccio si può notare un ulteriore significato: il cappuccio nasconde la persona, ma questo non avviene per mascherarne l’identità, ma per rafforzare ulteriormente l’annullamento della differenza di classe sociale (sono accomunati: il ricco col povero, l’istruito col meno colto, ecc.).
Il cordone: per cingere i fianchi. È un richiamo alle funi con cui fu legato il Signore. Serve a sentirsi stretti a Lui, alla Sua legge, e ad avere autocontrollo morale. A volte il cordone ha dei nodi (in genere tre, cinque o sette) che ricordano alcuni momenti della Passione (le tre cadute sulla via del Calvario; le cinque Sante Piaghe del Crocifisso; le Sue sette effusioni di Sangue) e invitano ad atti di devozione.